Con il nuovo Governo nasce il Ministero della Transizione ecologica, ministero già istituito in Francia e Spagna.
Di transizione ecologica se ne parla ormai da tempo, è un tema prioritario e urgente per la maggior parte dei movimenti ambientalisti, ma cosa vuol dire?
La transizione ecologica è la necessità di “transitare” da sistemi di produzione e consumo preesistenti a sistemi in grado di far crescere il capitale economico, senza distruggere il capitale naturale, sociale e umano.
In poche parole il concetto di fondo è la necessità di una trasformazione radicale del sistema produttivo verso un modello sostenibile, che renda meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia, la produzione industriale e, in generale, lo stile di vita delle persone.
Per raggiungere un obiettivo di tale livello, bisognerà mettere in campo un piano e un programma prioritario che avrà la responsabilità di una gestone ottimizzata dei fondi che arriveranno all’Italia attraverso il Recovery Fund, l’imponente strumento di aiuti dell’Unione Europea per rilanciare gli stati membri dopo la crisi dovuta alla pandemia.
Tra le conseguenze immediate della transizione ecologica c’è senz’altro la realizzazione di un’agricoltura sostenibile e la sostenibilità del territorio.
Sono processi che possono avvenire solo tramite una combinazione di azioni di governance e interventi di conservazione, valorizzazione, salvaguardia e tutela. Ciò vuol dire rafforzare la funzionalità ecologica degli ecosistemi con interventi che sappiano rispettare la natura ma che siano anche programmati, pianificati e partecipati. Anche mitigare l’impatto ambientale delle attività agricole diventa fondamentale per incrementare il contributo al mantenimento e al rafforzamento dei servizi eco sistemici specialmente nelle aree ad alto valore naturale.
Lo scorso anno con il progetto LIFE Greenchange abbiamo preso parte ad un incontro on line che approfondiva le opportunità della transizione ecologica in agricoltura, ve lo riproponiamo cliccando qui!