Risultati-schede

ASSOCIAZIONE /ENTE DI APPARTENENZA DESCRIZIONE TIPOLOGIA INIZIATIVA View
Associazione Amici della Macrostigma di Ninfa L’esperienza dell’associazione, maturata negli anni con il progetto di recupero dei salmonidi autoctoni del fiume Ninfa con le attività di allevamento e con gli studi di monitoraggio compiuti sui fiumi (in particolare sono stati compiuti studi di monitoraggio sui fiumi Ninfa, Amaseno, Capod’acqua, S.Croce, ricadenti tutti nella provincia di Latina.
Grazie a questo lavoro, l’associazione vuole portare avanti il monitoraggio e lo studio sull’accrescimento dell’ittiofauna, eseguiti attraverso studi e attività sui fiumi e sul popolamento ittico anche interessando i professionisti che hanno collaborato e con cui collaboriamo annualmente tra cui anche l’università degli studi di Roma “La Sapienza” – Dipartimento di Biologia.
Interessando i biologi che fanno parte dell’Associazione, possono essere organizzate inoltre, giornate di sensibilizzazione sul fiume alternate ad attività nelle scuole, passeggiate sul fiume alla scoperta della fauna e della flora, attività di sensibilizzazione e ludico ricreative.
Comune di Sezze Raccolta di materiale scientifico, biologico marino e terrestre.
Confagricoltura Latina Un'economia pulita e circolare, il ripristino la biodiversità e la riduzione l'inquinamento sono le parole chiave dell’azione. Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà l'azione di tutti i settori della nostra economia, compresi gli investimenti in tecnologie rispettose dell'ambiente, il supporto dell'industria all'innovazione e la collaborazione con partner internazionali per migliorare gli standard ambientali globali. L'Unione Europea, attraverso la “Strategia europea per la plastica nell'economia circolare (gennaio 2018)” e il “Nuovo piano d'azione per un'economia circolare per un'Europa più pulita e competitiva” (marzo 2020), è impegnata a stimolare la transizione dell'Europa verso un'economia circolare che renderà i prodotti sostenibili a norma nell'UE. L'attenzione è focalizzata sui settori che utilizzano maggiormente le risorse e dove il potenziale di circolarità è elevato, e sono previste azioni specifiche per garantire minori sprechi e responsabilizzare consumatori e committenti pubblici. Per realizzare questa ambizione e accelerare la transizione verso un modello di crescita rigenerativa che restituisca al pianeta più di quanto serve, bisogna necessariamente considerare due aspetti principali sempre più problematici dal punto di vista ambientale e di sostenibilità, ovvero la riduzione della plastica e dei rifiuti.
È quindi d'obbligo pensare a una graduale sostituzione delle plastiche di origine fossile con le bioplastiche, e di riutilizzare i rifiuti dell'agricoltura (stima ISPRA 470.000 ton/anno nel Lazio) attraverso processi innovativi per recuperare le proteine come base per le bioplastiche e lipidi come base per i biocarburanti. Le bioplastiche a base di proteine sono completamente biodegradabili e non tossiche.
Nell'Europa meridionale, dove si registra un'elevata concentrazione di coltivazioni in serra e un crescente utilizzo della plastica in agricoltura in aree limitate e circoscritte (es. Pianura Pontina). La stima attuale delle superfici delle serre nelle aree di progetto (Latina) è di circa 9.000 ha e circa 6.000 ha di terreno ricoperto di plastica per la produzione agricola. Nella sola provincia di Latina si registrano un consumo annuo di circa 2.003 tonnellate di plastica per irrigazione (tubi), 4.007 tonnellate di plastica per la pacciamatura e circa 10.680 tonnellate di plastica per la copertura di tunnel e serre, per un totale di 16.691 tonnellate/anno delle plastiche tradizionali. Di questi, poco viene recuperato, mentre la parte restante viene smaltita localmente, bruciata, seppellita o dispersa nell'ambiente, senza contare l'erosione della plastica da parte del vento e della pioggia, che genera frammenti di microplastica.
Studi e Ricerche
La Provincia di Latina ha effettuato insieme a Confagricoltura Latina un’indagine di tipo quali-quantitativo con un questionario precostituito somministrato a circa 150 aziende agricole e zootecniche della Provincia. L’indagine è stata realizzata attraverso un questionario somministrato prevalentemente (95%) con la metodologia CAPI (Computer Aided Person Interface) che ha l’indiscusso vantaggio di basarsi sull’interazione reale, Face to Face. Questa indagine ha fornito una serie di risultati importanti sull’utilizzo della plastica in agricoltura e sulla base di questa indagine è possibile costruire una serie di azioni volte al miglioramento della situazione esistente.
Monitoraggi e indagini
È necessario oggi, procedere ad una e più attenta analisi della situazione reale e ad un Monitoraggio puntuale del ciclo delle plastiche entrando in diretto rapporto con gli intermediari del ciclo delle plastiche e con gli organi amministrativi e di controllo del territorio – è quindi necessario progettare e pianificare l’attività continua di monitoraggio del ciclo delle plastiche nella pianura pontina.
Comunicazione e formazione
Appare indispensabile pianificare e successivamente attuare una campagna d’informazione che orienti l’agricoltore nelle scelte di approvvigionamento di plastiche derivanti da utilizzo di sottoprodotti agricoli e altamente biodegradabili tali da azzerare il riciclaggio di polietilene e l’avvio a discarica.
Governance
La governance dell’azione passa attraverso le associazioni di categoria che, con la loro vicinanza all’impresa possono meglio identificare i bisogni e le azioni che meglio permettano il raggiungimento degli obiettivi.
Interventi strutturali
Gli interventi strutturali necessari ad azzerare l’utilizzo delle plastiche agricole di origine fossile passano attraverso il recupero degli scarti organici dell’orticoltura pontina che raggiungono il 25% del prodotto finito e che valgono diverse centinaia di tonnellate anno. Per riconvertire questi scarti alimentari è necessaria una biofabbrica che converta con le tecnologie innovative esistenti, i residui in nuovi polimeri laminabili. Queste tecnologie sono oggi mature e richiedono solo investimenti di natura collettiva per la loro realizzazione.
Ente Gestore Ecomuseo dell’Agro Pontino Lo studio indagherà le comunità vegetali del fiume (idrofite ed elofite) con metodiche floristiche e vegetazionali al fine di dare una caratterizzazione delle comunità. Verrà inoltre fatta un’analisi diacronica con i dati degli anni ‘80 e ’90 del secolo scorso per valutare i cambiamenti insorti e la resilienza dell’ecosistema fiume in base alla comunità vegetale. Verrà infine utilizzato l’Indice IBMR, dove applicabile, per la valutazione della qualità ambientale, così come prescritto dalla Direttiva Acque CE 2000/60 e dai regolamenti nazionali ad essa correlati.
ANTA Il progetto riguarda la soluzione degli effetti di subsidenza che hanno portato all’abbassamento degli argini del fiume. In particolare, nella zona Gricilli, essendosi abbassati di oltre un metro, comportano gravi rischi per la popolazione e per le attività aziendali locali. L’intervento consente di riportare gli argini allo stato pristino elevandoli di almeno 90 centimetri rispetto allo stato attuale.
In particolare, verrà usata una tecnologia innovativa green, che ha dato risultati certi in altre applicazioni (consolidamento di versanti in frana), che si basa sull’impiego di piante che possiedono radici fascicolate, robuste 1/5 dell’acciaio, che raggiungono profondità superiori a cinque metri e scendendo verticalmente, svolgono una funzione assimilabile a quella delle staffe nelle travi in calcestruzzo armato, consentendo in tal modo una maggiore stabilizzazione degli argini.
Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino Gli interventi previsti riguardano il ripristino della sezione di alveo e della capacità di deflusso, al fine di ripristinarne la efficienza funzionale, e sono di seguito elencati:
• rimozione materiale limoso/sabbioso sedimentato in alveo,
• escavazione del fondo per ripristino profilo longitudinale di progetto,
• sistemazione e risagomatura delle sponde e degli argini,
• risagomatura, ove necessario, della sezione trapezoidale con pendenza delle sponde tale da garantire maggiormente la stabilità.
Comune di Sezze Gli interventi previsti dal presente progetto sono finalizzati a ridurre i fenomeni di dissesto ed erosione dell’alveo del Torrente, nonché alla manutenzione straordinaria e ripristino della struttura del ponte stradale. Il dissesto dell’area è segnalato anche nel PAI (Piano assetto idrogeologico). Gli interventi riguardano la pulizia dell’alveo dalla vegetazione che può determinare la ridotta capacità di deflusso, e la realizzazione di interventi di realizzazione di opere di sostegno e di protezione delle sponde in alcuni punti nei quali sono stati rilevati fenomeni di dissesto per erosione, nonché delle spalle del ponte stradale di Via Casali Gli interventi di cui al presente progetto sono costituiti principalmente dalla realizzazione di opere di protezione dell’alveo e della struttura del ponte dai fenomeni erosivi, nonché opere di sostegno e dalla manutenzione e ripristino delle parti ammalorate di struttura del ponte stradale. È prevista altresì la realizzazione di opere di risistemazione del tratto relativo alla confluenza in sponda sinistra di un affluente nel Torrente Brivolco.
Acqualatina S.p.A. Intervento di completamento del collettamento dei reflui fognari attualmente recapitati all’ID Sezze Casali, verso l’ID Sezze Nuovo (Sezze Scalo)
Comune di Sezze Realizzazione di un nuovo ed unico impianto depurativo e delle opere di fognatura all’uopo occorrenti.
Il collettore in progetto deve raccogliere le acque di scarico del centro abitato di Sezze, scendere verso valle fino a Sezze Scalo dove deve ricevere il contributo di questa frazione e infine recapitare i reflui al nuovo impianto di depurazione in progetto. Il tracciato è stato individua-to sulla base delle seguenti linee guida:
- Raccogliere tutti i reflui del centro abitato;
- Evitare impianti di sollevamento;
- Limitare lo sviluppo complessivo.
La necessità di integrazione rispetto alla capacità attuale è talmente alta da far ritenere preferibile la realizzazione di un nuovo impianto centralizzato per le necessità dell’intero Comune, in luogo di un potenziamento degli impianti esistenti. Per consentire questo è necessario rea-lizzare un collettore emissario che adduca a valle i reflui del centro di Sezze, raccolga il contri-buto di Sezze Scalo e quindi recapiti le acque raccolte al nuovo impianto di depurazione. Il nuovo depuratore dovrà essere realizzato in modo che la depurazione dei liquami sia sempre tale da assicurare il rispetto dei limiti di emissione vigenti. Per la realizzazione dell’impianto stata scelta un’area pianeggiante in prossimità dell’area industriale, a valle di Sezze Scalo.
Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino Il Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino ha deciso di predisporre un progetto esecutivo, quindi immediatamente cantierabile, che tenga conto delle esigenze di un territorio fortemente vocato all’agricoltura e rispetti i criteri di riferimento quali il risparmio della risorsa idrica, l’obbligo di installazione dei contatori per la misurazione dei volumi erogati e la valenza strategica dell’investimento.
Il progetto prevede la realizzazione di:
• rifacimento del manufatto di presa dal fiume Cavatella,
• realizzazione di una nuova stazione di pompaggio, in fregio all’opera di presa, con al-loggiamento di apparecchiature elettromeccaniche della portata complessiva pari a 890 l/s,
• realizzazione della condotta premente a servizio di una nuova vasca di carico in c.a.,
• l’adeguamento della camera di manovra della esistente vasca con l’inserimento delle necessarie apparecchiature idrauliche,
• realizzazione di condotte di distribuzione principale e comiziale per l’intero compren-sorio irriguo,
• realizzazione di opere di linea per gli attraversamenti ferroviari e stradali interessati dai tracciati delle condotte,
• sistemi di telecomando e telecontrollo dei manufatti della linea principale, automa-zione delle utenze e misurazione dei volumi erogati effettivamente alle utenze
• sistemi di telecomando e telecontrollo, il cui centro verrà posizionato nell’edificio dell’esistente stazione di sollevamento, che verrà conseguentemente dismessa.