Oggi è la Giornata mondiale dell’ambiente. Si celebra il 5 giugno per ricordare la Conferenza di Stoccolma del 1972.
Con la conferenza delle Nazioni Unite inizia la cooperazione a livello internazionale per la tutela dell’ambiente. E per la prima volta si fa riferimento al presupposto in base al quale per migliorare le condizioni di vita dell’uomo occorre prima di tutto salvaguardare il pianeta. Su tale presupposto l’Onu ha approvato una dichiarazione di principi secondo i quali l’uomo è altamente responsabile della salute della Terra. Un programma stilato in 26 assunti che da allora agiscono come linee guida per le azioni e gli accordi condivisi dagli Stati membri a vantaggio delle generazioni future.
E’ chiaro che, ad oggi, tali indicazioni sono state disattese, specialmente quelle che invitano a mantenere la capacità della Terra di produrre risorse naturali e, ove ciò sia possibile, a ripristinare e migliorare questa capacità.
Per questo motivo il motto della 47° edizione del Worldenvironmentday2021 è “Reimagine. Recreate. Restore.” Ovvero l’appello a ricreare e ripristinare gli ecosistemi dato che l’umanità sta utilizzando circa 1,6 volte la quantità di servizi che la natura può fornire in modo sostenibile. (rapporto ‘Becoming #GenerationRestoration: Ecosystem recovery for people, nature and climate’).
Per Antonio Guterres, segretario generale Nazioni Unite:
“Non possiamo tornare indietro nel tempo. Ma possiamo coltivare alberi, rendere più verdi le nostre città, rinaturalizzare i nostri giardini, cambiare la nostra dieta e pulire i fiumi e le coste. Siamo la generazione che può fare pace con la natura. Diventiamo attivi, non ansiosi. Siamo audaci, non timidi.“
Le parole del segretario generale dell’ONU lanciano il Decennio (2021-2030) della Nazioni Unite per il ripristino dell’ecosistema, la sfida in dieci anni dell’UNEP, UN Environment Programme, per prevenire e fermare il degrado degli ambienti naturali.