Nell’Agro pontino, le serie di vegetazione di riferimento sono numerose.
Tra le specie di flora importanti a scala regionale vi sono: nel SIC IT6040002 Myriophyllum verticillatume Sparganium emersum; nel SIC IT6040003 Hydrocotyle ranuncoloides, Thelypteris palustris, Osmundaregalis, Linum maritimum, Cirsium monspessulanum, Euphorbia palustris, Orchis palustris, Nymphaeaalba; nel SIC IT6040008 Butomus umbellatus, Hydrocotyle ranunculoides, Nuphar luteum, Nymphaeaalba, Salvinia natans, Utricularia vulgaris.
Lasciata la linea di costa, dove dominano i geosigmeti alofili, si entra in un ampio tratto di pianura in cui prevale la “serie preappenninica costiera tirrenica centrale subacidofila del farnetto” (Mespilo germanicae-Quercofrainetto sigmetum), che si può osservare nella foresta demaniale del Circeo.
A questo sigmeto principale si affiancano alcune serie accessorie come il Veronico scutellatae-Quercetum roboris, presente nelle morfologie depresse con ristagno d’acqua o affioramento di falda freatica. A circa 10 km dalla costa si entra nel “Geosigmeto tirrenico costiero della vegetazione igrofila e palustre dei sistemi retrodunali e delle pianure costiere”, in cui potenzialmente dominano boschi igrofili a Quercus robur e Fraxinus oxycarpa. Attualmente, in una matrice paesaggistica dominata dall’agricoltura e dall’urbanizzazione, resistono pochi elementi di questo geosigmeto, che trovano rifugio nei Siti di Interesse Comunitario e nella rete di canali che attraversa l’agro pontino.
Studi recenti hanno evidenziato, nelle aree coinvolte dalle attività del progetto, la presenza di numerose emergenze della flora italiana legate agli ambienti acquatici (es. Butomus umbellatus, Callitriche brutia, Hydrocharis morsus-ranae,Hydrocotyle ranunculoides, Nyphaea alba, Potamogeton berchtoldii).
I canali non sono l’unico rifugio per la flora spontanea, che in alcuni casi riesce a sopravvivere anche in ambiti agricoli e fortemente antropizzati. Così nei pochi settori marginali della matrice agricola e nei rari campi abbandonati è possibile imbattersi in specie di altissimo valore come ad esempio Cornucopiae cucullatum e Isoëtes longissima. Le comunità rinvenibili in ambiente più strettamente acquatico rientrano principalmente in due classi: Lemnetea minoris, che descrive le comunità pleustofitiche di acque ferme o debolmente fluenti, e Potametea pectinati, fitocenosi a dominanza di rizofite tipiche di acque mesotrofe ed eutrofe. Sono molto diffuse le comunità di Potametum pectinati e Ceratophylletum demersi, tipiche di acque eutrofiche e poco ossigenate, mentre lungo le sponde prevalgono popolamenti monospecifici ascrivibili al Phragmitetum australis.
Gli ambiti caratterizzati da maggiore naturalità, dove si rinvengono comunità a maggior diversità e rilevanzafloristica, sono soprattutto quelle insediate in corrispondenza delle risorgive pedemontane. Qui si osservano comunità delle alleanze Ranunculion fluitantis, Callitricho-Batrachion (associabili all’habitat 3260), Charion vulgaris (habitat 3140), Nymphaeion albae e Lemnion trisulcae (associabili all’habitat 3150), Paspalo-Agrostionverticillati (inquadrabili nell’habitat 3280), Nasturtion officinalis, Glycero- Sparganion. Infine si segnala l’importante presenza delle comunità afferenti alla classe Isoëto- Nanojuncetea (associabili all’habitat 3120 nelle aree in cui vi è presenza permanente di acqua e all’habitat prioritario 3170* nelle situazioni in cui l’acqua è presente solo nel periodo invernale e primaverile) che trovano rifugio non solo all’interno delle aree tutelate ma anche nella matrice agricola.