L’Agro Pontino è una vasta pianura coinvolta in una complessa storia geologica evoluta in due fasi: la prima riconducibile al periodo Giurassico-Miocene durante la quale si è avuta l’orogenesi appenninica, la seconda dal Plio-Pleistocene sino a tempi recenti, caratterizzata da tettonica distensiva e collegata all’apertura del mar Tirreno.
Dall’assetto geologico-strutturale è derivata la particolare configurazione idrogeologica.
Il vicino massiccio carbonatico dei Lepini riceve l’acqua che riemerge lungo il margine sud-occidentale del rilievo attraverso un gran numero di sorgenti, differenziate per portata e chimismo delle acque.
Nel settore pedemontano si trovano le maggiori emergenze degli acquiferi carsici: sorgenti d’acqua oligominerale, ma in taluni casi mineralizzata e termale (solfurea e ferruginosa), sono situate in corrispondenza dei Monti Lepini (Ninfa, gruppo del Cavata, laghi del Vescovo, Gricilli) e Ausoni (le sorgenti del Pedicata, la Feronia e le Mole); le portate complessive di tali acquiferi sono di 14 mc/s per i Monti Lepini e di 6 mc/s per i Monti Ausoni.
Le trasformazioni operate dalla bonifica tra gli anni ‘20 e ‘30 dello scorso secolo hanno completamente modificato un territorio che un tempo era caratterizzato da vaste zone umide e dall’ampia copertura boschiva della selva di Terracina.
In particolare l’idrografia superficiale è stata stravolta dalle opere di bonifica e incanalata in alcune grandi linee di deflusso e in un fitto reticolo di canalizzazioni secondarie. In particolare i siti di intervento – icnosito di Sezze, sorgenti delle Mole, laghi Gricilli e canali in disuso –rientrano nel reticolo idrografico e di drenaggio del fiume Ufente; il sito di Ninfa fa riferimento al fiume omonimo, alimentato da sorgenti in subalveo.
Il clima è caratterizzato da precipitazioni annuali comprese tra 800 e 1000 mm annui, con abbondanti piogge nella stagione autunnale e un periodo arido tra giugno ed agosto, tipico dell’ecoregione mediterranea.
L’Agro Pontino mostra caratteristiche e problematiche comuni alla maggior parte dei contesti rurali di pianura europei. È contraddistinto dalla presenza residuale di ambiti a elevato valore naturalistico –parzialmente compromessi e minacciati dalle attività antropiche – e da una matrice agricola a forte sfruttamento, che offre un contributo marginale in termini di servizi ecosistemici ma che mantiene elevate potenzialità di recupero e ripristino.
L’importanza ecologica primaria di questi territori risiede nella loro funzione connettiva. Essendo localizzati tra aree di interesse naturalistico di rilievo nazionale – Lepini, Aurunci, Circeo – hanno potenzialmente un ruolo rilevante nelle dinamiche dispersive delle specie, come riportato negli studi sulla Rete Ecologica della provincia di Latina. Questa loro funzionalità è al momento espressa solo parzialmente, proprio a causa della forte artificializzazione della matrice agricola e della scomparsa di elementi connettivi lineari (siepi, filari, fasce riparie).
Nell’area direttamente interessata da GREENCHANGE, gli ambiti di maggiore valore naturalistico sono i SIC IT6040002 Ninfa, IT6040003 Laghi Gricilli, IT6040012 Laghi Fogliano, Monaci, Caprolace e Pantani dell’Inferno. Queste aree hanno una rilevante importanza ecologica a livello locale e regionale e, per alcune componenti, anche nazionale.
Le aree di intervento previste sono 6, abbinate a relative azioni di progetto:
- Azione C3. Area totale 43 ha, di cui il 86% ad uso agricolo e il 14% aree naturali e corsi d’acqua. Il 100% è di proprietà pubblica facendo parte del demanio regionale;
- Azione C4. Area totale 82 ha, di cui il 5% ad uso agricolo e il 95% aree naturali. Il 100% è di proprietà privata della Fondazione Caetani;
- Azione C5. Area totale 280 ha, di cui il 100% ad uso agricolo. Il 100% è di proprietà privata della Fondazione Caetani;
- Azione C6. Area totale 167 ha, di cui il 96% ad uso agricolo e il 4% aree naturali. Il 96% è di proprietà privata delle aziende agricole Ganci e Agrilatina e il 4% di proprietà pubblica afferente al Demanio Regionale;
- Azione C7. Area totale 115 ha, di cui il 100% ad uso agricolo. 100% proprietà privata dell’azienda agricola Roana;
- Azione C8. 85 km di fasce frangivento. Il 100% è di proprietà pubblica.